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BATOSTA RETROATTIVA PER LE IMPRESE BALNEARI: CARTELLE DI PAGAMENTO FINO A 130 MILA EURO PER LE PMI, FIBA: «STAVOLTA RISCHIAMO DI CHIUDERE TUTTI»
Pescara, 10 gennaio – Entra nel vivo la mobilitazione straordinaria delle imprese balneari di Abruzzo, Marche e Molise contro la batosta retroattiva che, denuncia Fiba-Confesercenti, rischia di mettere fuori gioco decine di piccole e medie imprese. Agli imprenditori del settore balneare infatti viene richiesto ora di pagare un canone con gli aumenti Istat a partire – con valore retroattivo – dal 1994. Alle imprese titolari delle cosiddette pertinenze viene inoltre chiesto di pagare un canone calcolato non più sul valore tabellare ma su quello commerciale, con aumenti che vanno dall'800 al 1000 per cento rispetto a quanto pagato l’anno precedente, mettendo fuori mercato in questo modo centinaia di imprese. Oltre al danno, tuttavia, anche la beffa: capita infatti che ad imprese operanti sullo stesso litorale siano riservati trattamenti diversi.
Ogni impresa rischia dunque di trovarsi costretta a versare da un minimo di 25 mila euro fino a somme di 120-130 mila euro, a seconda dell'estensione e della tipologia della concessione. Un salasso che metterebbe in crisi l'intero settore e contro il quale Fiba-Confesercenti, la più rappresentativa organizzazione di categoria, ha attivato una mobilitazione straordinaria in tutto il medio Adriatico, dove sono diffuse le piccole e medie imprese. La mobilitazione, partita dall’Abruzzo, ha coinvolto anche Marche e Molise. Il 18 gennaio alle ore 10, al Sea Lion Hotel di Montesilvano, gli imprenditori delle tre regioni si ritroveranno per una grande manifestazione promossa dalla Fiba-Confesercenti alla presenza di parlamentari, amministratori regionali e locali, sindaci, per chiedere di non uccidere il tessuto produttivo che ha costruito il turismo costiero di Abruzzo, Marche e Molise.
«Nonostante le ripetute sollecitazioni di tutte le associazioni di categoria, un parlamento sordo ed un governo inadempiente stanno condannando a morte in tutta Italia migliaia di imprese a conduzione familiare, volano dell'economia turistica di interi territori e produttori di ricchezze di cui beneficiano le comunità» denuncia il presidente di Fiba-Confesercenti Abruzzo Antonio La Torre, «il rischio questa volta è alto: se passa la linea del governo, le imprese saranno costrette a chiudere, e dopo il commercio anche il turismo sarà consegnato nelle mani dei grandi capitali finanziari».
«La costa abruzzese vive una situazione di emergenza» dicono per Fiba Abruzzo Ciro Gorilla, Flaminio Lombi, Dino Montefusco e Simone Lembo, «ci sono Comuni senza piani spiaggia, le risorse per la costa sono in diminuzione e siamo in perenne emergenza erosione. Eppure sulla costa si produce gran parte del turismo e dell'economia di questa regione».
Alla mobilitazione straordinaria sta lavorando l'intera Confesercenti, consapevole dell'elevatissimo rischio che stanno correndo le imprese turistiche in questa sfida.
«Ora il vaso è colmo» dice infatti il segretario regionale di Confesercenti Enzo Giammarino, «il sistema delle piccole e medie imprese ha pagato un tributo fin troppo elevato alla finta modernizzazione, che altro non è che una consegna dell'economia italiana nelle mani di pochi grandi capitali. Non permetteremo che anche nel turismo siano spazzate via le imprese che hanno costruito l'Italia del benessere per far posto a pochi giganti. Non permetteremo che anche questa volta l'Italia si accorga troppo tardi dei suoi errori».
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