«Riteniamo, carte alla mano, che il Comune di Guardiagrele abbia commesso un errore nel calcolo del nuovo canone unico mercatale. Dal mese di luglio ne chiediamo la correzione, ma l’Amministrazione continua a perseverare nell’errore con il risultato che lo stesso stallo che in altri Comuni costa fra i 300 ed i 350 euro a Guardiagrele supera abbondantemente i 700 euro. È il momento che l’Amministrazione cambi rotta e corregga l’errore, come chiediamo da mesi».
Lo afferma Domenico Gualà, presidente regionale di Anva-Confesercenti, l’associazione che rappresenta i commercianti su area pubblica.
«Abbiamo seguito l’introduzione del canone unico mercatale in tutti i Comuni abruzzesi – sottolinea Gualà affiancato dalla responsabile territoriale di Confesercenti Viviana Natale – e sebbene la parte normativa del Comune di Guardiagrele sia ineccepibile, la parte relativa al calcolo dell’ammontare del canone sia scritta su presupposti errati.
Lo diciamo da luglio e a fatica abbiamo ottenuto un incontro con il quale abbiamo evidenziato l’errore, che salta all’occhio a prima vista, ma l’Amministrazione ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di correggerlo. Eppure sarebbe sufficiente un confronto con le determine di tutti gli altri Comuni.
Non si possono costringere gli esercenti, in questo momento di crisi, ad affrontare spese legali per un ricorso al tribunale amministrativo per chiedere all’Amministrazione comunale di correggere un errore: il sindaco e la giunta intervengano al più presto, perché la differenza di costo generata dall’errore è caricata interamente sugli ambulanti e questo non è più accettabile. Siamo pronti anche a chiedere un incontro con il prefetto».