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SANTORI: «LA CROAZIA E' IN EUROPA, ABRUZZO IMPREPARATO»

«Oggi la Croazia fa il suo ingresso nell'Unione Europea. Si tratta di un evento importantissimo per i nostri dirimpettai, un passaggio destinato ad essere ricordato come uno spartiacque per questa pur giovane repubblica. Cosa cambierà da domani per i nostri amici di Spalato, di Zagabria, delle bellissime isole della Dalmazia? E' difficile dirlo, e in Croazia è vivo il dibattito tra euro-entusiasti ed euro-scettici. Sicuramente però possiamo dire cosa cambierà, o meglio, cosa peggiorerà per noi abruzzesi da oggi. L'Italia è il primo partner commerciale della Croazia, posizione in condominio con la Germania. La bilancia commerciale pende in maniera significativa a favore della nostra economia, essendo ancora alto il livello dell'export verso l'ex-repubblica della Federazione Jugoslava e da oggi esportare in Croazia costa di meno ed è più facile. A questo appuntamento la nostra regione si fa trovare, purtroppo, impreparata. I collegamenti marittimi con la Croazia, già dirottati nel 2011 da Pescara ad Ortona, sono ormai interrotti per la seconda stagione consecutiva, dopo 46 anni durante i quali neppure il conflitto esploso nei Balcani all'inizio degli anni Novanta era riuscito a spezzare il legame tra le due sponde. Le imprese abruzzesi che esportano verso la Croazia non potranno perciò godere più di tanto di questo passaggio, permanendo lo svantaggio competitivo già presente nei confronti delle concorrenti marchigiane e pugliesi, che possono godere di una minori costi nella logistica delle merci, vista la presenza nei porti di Ancona e Bari di regolari collegamenti con i Balcani. Il sistema portuale abruzzese è tale solo nella definizione, non essendo stata nemmeno abbozzata una politica regionale di coordinamento delle specializzazioni che i singoli scali, per loro caratteristiche e dotazioni di servizi a terra sarebbero in grado di esaltare. Il caso del porto di Pescara, oggi sede di un Luna Park, è emblematico in tal senso. Per anni abbiamo goduto di un asset territoriale unico, l'autostrada da e per Roma, la trasversale Tirrenico-Adriatica più comoda e scorrevole per persone e merci. Ora anche questo elemento di vantaggio è destinato a sfumare. Le regioni a nord e a sud saranno interessate da importanti investimenti infrastrutturali proprio sugli assi trasversali, stradali e ferroviari verso i nodi trasportistici che fanno capo ai porti di Bari ed Ancona, decretando così il definitivo isolamento logistico della nostra Regione. Infine, se non si decide di recuperare un ruolo di attivo protagonismo accompagnato da una presenza politicamente forte e convinta, il redigendo piano d'azione per la Macroregione Adriatico-Ionica e la programmazione 2014/2020 verranno definiti nelle indicazioni prioritarie a vantaggio di quelle regioni italiane nelle quali un convinto impegno transfrontaliero ha favorito fino ad oggi un quadro socio-economico più dinamico del nostro. Questa condizione ha permesso al tessuto imprenditoriale di quei territori di limitare i danni rispetto allo tsunami silenzioso che si sta abbattendo sulle Pmi abruzzesi».

Bruno Santori, presidente di Confesercenti Abruzzo, sul «Centro» del 1 luglio 2013



 

 
           
 
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notizia pubblicata il 7/1/2013

 
     
 
   

 

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