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IMPRESE ROSA, BOOM NEL TERAMANO. IL CNIF-CONFESERCENTI: “CRISI SPINGE AD AUTOIMPRENDITORIALITA’”
Pescara, 28 settembre – Le aziende guidate dalle donne aumentano il loro peso fra le piccole e medie imprese abruzzesi, e la regione si colloca al secondo posto nel tasso di femminilizzazione delle imprese. Secondo i dati di Unioncamere analizzati dal Coordinamento dell’Imprenditoria femminile Cnif-Confesercenti, l’Abruzzo si posiziona oltre la media nazionale per l’incremento del numero di imprese “in rosa” (+1 per cento contro una media nazionale di +0,7), trainato soprattutto dalla provincia di Teramo. Il Teramano entra infatti nella top-ten nazionale delle imprese con il più alto incremento, + 2,2 per cento fra giugno 2010 e giugno 2011, seguito dalla provincia dell’Aquila (+1,1 per cento), mentre le altre due province abruzzesi restano sotto la media nazionale: +0,6 per cento a Chieti e +0,1 per cento a Pescara. Sono 41 mila 927, ovvero 405 in più rispetto ad un anno fa, le imprese femminili in Abruzzo, in buona parte ditte individuali (30,5 per cento), società di persone (29,2 per cento) e società di capitale (17,6 per cento), il resto distribuito fra cooperative, consorzi e altre forme. L’incremento più consistente ha interessato proprio le società “rosa” di capitale, cresciute del 6 per cento in un anno.
Il tasso di femminilizzazione delle imprese in Abruzzo arriva così al 27,7 per cento contro una media nazionale del 23,4 per cento, posizionando la regione al secondo posto della graduatoria nazionale subito dopo il Molise che la guida con il 30 per cento.
“La crisi spinge sempre di più all’autoimprenditorialità” spiega Sonia Di Naccio, coordinatrice regionale di Cnif-Confesercenti Impresa Donna, “e questo avviene con maggiore dinamicità nei territori più colpiti dalla crisi dell’industria o delle microattività pre-esistenti, come l’artigianato tessile nel Teramano. Fra le prime dieci, accanto a Teramo ci sono infatti alcuni fra i principali distretti artigiani italiani come Prato e la Brianza”. Anche l’elevato tasso di femminilizzazione delle imprese abruzzesi, ben oltre la media nazionale, “è riconducibile alle difficoltà occupazionali” spiega Di Naccio: “Il primo posto è del Molise, e dopo l’Abruzzo ci sono la Basilicata, la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Puglia. Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescita costante delle imprese femminili proprio perché le donne hanno più difficoltà ad accedere al mondo del lavoro nel sud, e l’economia abruzzese si va assestando su scenari ormai meridionali. Le donne insomma si stanno rimboccando le maniche e stanno scegliendo la strada dell’autoimpiego: il contributo che sono in grado di dare, specie nel terziario, è di qualità ed è necessario che anche le istituzioni si diano da fare per agevolare tempi e ritmi di vita delle città e dei centri minori a misura di donna imprenditrice”.
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