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2010. FRENANO I CONSUMI, FRA LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE TORNA IL PESSIMISMO

Pescara, 10 giugno – Dopo alcuni mesi di timida crescita registrata soprattutto in settori come i consumi alimentari, tornano a frenare le vendite in Abruzzo nel mese di maggio. Secondo il Rapporto Confesercenti sull’economia abruzzese, elaborato dal centro studi dell’associazione imprenditoriale su dati propri e di Isae, Bankitalia, Unioncamere e Ministero Sviluppo economico, presentato questa mattina a Pescara dai vertici dell’organizzazione, nel mese di maggio si è registrata una contrazione dei consumi di quasi un punto percentuale (-0,9 per cento) rispetto ad aprile, che si registra soprattutto nei trasporti e nel tempo libero (-1,9), nell’abbigliamento e calzature (-0,6) e nei casalinghi e giocattoli (-0,1). Cresce leggermente la ristorazione fuori casa (+0,4 per cento) e tornano a scendere i consumi alimentari (- 0,2 per cento), mentre la cura della persona si conferma un settore in espansione con un incremento di 1,9 punti percentuali.
La sostanziale frenata dei consumi viene confermata dal calo della fiducia dei consumatori, che ad aprile era di 107,5 punti dell’indice Isae mentre a maggio è scesa a 104,3 punti. In un clima di fiducia sostanzialmente in calo, le imprese commerciali abruzzesi frenano l’ottimismo e fanno registrare il calo di fiducia più consistente degli ultimi mesi: dai 105 punti di aprile ai 101 di maggio, con un giudizio negativo sull’andamento delle vendite: per tutti, in Abruzzo, la ripresa non c'è e i segnali sono ancora troppo deboli rispetto alle gravi perdite registrate nel 2009.
In controtendenza invece il settore delle costruzioni, in gran parte rappresentato da imprese artigiane, dove l’indice di fiducia registrato dall’Isae torna a crescere anche se di poco. Importante infine l’andamento del credito: il centro studi di Confesercenti rileva il forte aumento di domanda di liquidità da parte delle imprese, che cercano di ridurre l’importo delle rate e di allungare i tempi delle rimesse. Negli ultimi mesi è cresciuto notevolmente il rischio default delle aziende nei primi sei mesi dall’erogazione del finanziamento.
Uno scenario che registra un rapporto in alcuni casi non collaborativo da parte degli istituti di credito, che scaricano sui consorzi fidi costi e rischi.
«Di fronte ad una situazione così stagnante» afferma il presidente di Confesercenti Beniamino Orfanelli, «bisogna aprire un percorso che porti alla riduzione delle imposte per imprese e famiglie, che dia una boccata d’ossigeno alle partite Iva e consenta una ripresa dei consumi. Non è più possibile aspettare perché la crisi ha svuotato le imprese delle loro riserve ed ora, in assenza di una ripresa, si aprirà una stagione ancora più dura. Il presidente Chiodi dovrebbe intervenire sul governo nazionale per chiedere la disapplicazione degli studi di settore per la nostra regione».
«Una situazione difficile» sottolinea Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti, «che richiede un intervento deciso da parte del governo regionale, così come avvenuto in molte Regioni italiane. Ci auguriamo» sottolinea il direttore di Confesercenti «che i contenuti della manovra non siano quelli annunciati sui giornali: gli interventi per le imprese sono del tutto assenti dalla manovra. Ormai dovrebbe essere patrimonio degli amministratori pubblici l’impossibilità, da sempre denunciata dalle associazioni imprenditoriali, di aspettare i tempi lunghi dei bandi comunitari: vanno liberate risorse dal bilancio ordinario. E se nella manovra in discussione non ci saranno risorse per le imprese, si produrrà inevitabilmente una rottura fra le associazioni imprenditoriali e il governo regionale».



 

 
           
 
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notizia pubblicata il 6/10/2010

 
     
 
   

 

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