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ABRUZZO: ECONOMIA FERMA, I CONSUMI NON DECOLLANO. LE PMI «RIFUGIO» PER CHI NON TROVA LAVORO NELL’INDUSTRIA
Orfanelli: «Iniziare un percorso per ridurre la pressione fiscale»
Giammarino: «Urgente liberare risorse dal bilancio ordinario della Regione»
Pescara, 17 dicembre – Consumi stagnanti, fiducia dei consumatori che stenta a crescere, bilanci delle imprese ancora immersi nella fase di crisi, fallimenti raddoppiati, monte tredicesime ridotto di un quarto. È un quadro duro quello che si trovano ad affrontare le piccole e medie imprese abruzzesi, così come emerge dal Rapporto Confesercenti sull’economia della regione, elaborato dal Centro studi dell’associazione imprenditoriale incrociando le stime e le statistiche di diverse banche dati.
Secondo l’associazione delle Pmi in Abruzzo anche a novembre i consumi sono calati dello 0,6 per cento rispetto allo stesso mese del 2008, con un raffreddamento consistente anche negli acquisti alimentari (- 2 per cento). I commercianti e gli artigiani non potranno contare neppure sull’innesto di liquidità delle tredicesime: gli abruzzesi spenderanno meno di un terzo per i regali e gli acquisti, il resto verrà assorbito dalle spese vitali rimandate proprio in attesa della tredicesima mensilità. Per questa ragione i piccoli e medi imprenditori abruzzesi contano di chiudere l’ultimo trimestre del 2009 con bilanci appena in pareggio (il 61 per cento) o in perdita (il 27 per cento), mentre solo per il 12 per cento si prospetta il segno «più». Anche perché sul sistema-Abruzzo pesa l’incubo fallimento: nei primi nove mesi del 2009 il numero di aziende che hanno portato i libri in tribunale è raddoppiato, ed oggi sono 9 mila i dipendenti delle Pmi in cassa integrazione. La crisi occupazionale, stimata dall’Inps e dalla Regione in un aumento dei disoccupati pari a 18 mila unità, si riversa anche sulle Pmi con un aumento consistente del numero di imprese, che si motiva dalla registrazione di imprese gestite da immigrati e in larga misura dall’ingresso di persone che vengono espulse o respinte dall’industria.
Capitolo a parte per l’accesso al credito. Banca d’Italia parla di un «rallentamento del credito bancario in regione» che ha colpito «in maniera più accentuata le imprese», ma emerge un dato in controtendenza: i principali consorzi fidi, con patrimoni solidi e rating elevato – a partire da quelli del gruppo Confesercenti come Coop Credito – stanno aumentando il proprio volume. È una evoluzione del mercato creditizio, al quale si accede ora con maggiore facilità se accompagnati dai confidi. Senza la garanzia dei confidi l’accesso al credito diventa molto più difficile.
«Ora occorre una svolta decisa» sottolinea Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti, «una svolta che porti a liberare il bilancio ordinario della Regione che non può continuare ad essere appannaggio del debito sanitario. È il momento delle scelte coraggiose: la rete ospedaliera di oggi è un lusso che l’Abruzzo non può permettersi: occorre una rete che annulli i doppioni e inserisca una gerarchia delle funzioni fra i vari livelli. E visto che dallo Stato centrale quest’anno arriveranno più risorse e il debito sta scendendo, abbiamo chiesto alla Regione di destinare da subito le risorse derivanti da 0,5 punti di Irap allo sviluppo delle Pmi. La giunta può scegliere questa strada già da oggi. Ed è per questo che abbiamo chiesto la convocazione di una Conferenza delle attività economiche, perché la situazione richiede uno sforzo straordinario».
Il percorso, afferma il presidente di Confesercenti Beniamino Orfanelli, «deve portare ad una riduzione delle imposte per imprese e famiglie, che dia una boccata d’ossigeno alle partite Iva e consenta una ripresa dei consumi. Non è più possibile aspettare».
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