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ORTONA: POZZO «ELSA 2», ASSOTURISMO-CONFESERCENTI PRESENTA OSSERVAZIONI AL MINISTERO

Pescara, 21 settembre – «Non possiamo accettare i rischi economici derivanti dall’apertura di nuovi pozzi in un’area in cui l’habitat ha un valore così strategico per lo sviluppo, e riteniamo moralmente inaccettabile continuare a favorire industrie così pericolose in una regione che ha appena iniziato a pagare gli effetti del terremoto e della leggerezza della pianificazione ambientale che esso ha portato allo scoperto». Lo afferma Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti, l’associazione di categoria che rappresenta oltre 1.200 imprese turistiche abruzzesi, e che ha inviato al ministero dell’Ambiente una serie di osservazioni in merito alla pronuncia di compatibilità ambientale relativa al progetto di perforazione del pozzo per idrocarburi «Elsa 2», presentato dalla società Vega Oil da posizionare a 6,5 chilometri dalla costa di Ortona, proprio davanti alla Riserva regionale dei Ripari di Giobbe.
«La tutela ambientale» dice Zunica nelle osservazioni al ministero «deve essere fatta dall’uomo e per l’uomo. In questa fase di ricostruzione dobbiamo cogliere l’occasione di ri-progettare secondo criteri di qualità e responsabilità, non limitandoci all’area aquilana e al comparto edile, ma ripensando le regole dello sviluppo in un’ottica di lungo periodo, in modo da tutelare anche le generazioni future. Il modello di crescita economica deve seguire regole certe e condivise che non mettano più in pericolo la popolazione abruzzese. Esiste un reale pericolo di incidenti associati all’estrazione e al trasporto petrolifero, testimoniato da centinaia di episodi accaduti con regolarità fino ad oggi. Senza contare l’effettivo e più immediato inquinamento prodotto dalla perforazione dei pozzi per mezzo di fanghi chimici».
Oltre al pericolo di incidenti e all’eventuale costo economico, sociale ed ambientale che andrebbe nuovamente a gravare sulla comunità abruzzese, dice il presidente di Assoturismo-Confesercenti, «bisogna tener conto con dovuta attenzione dell’entità del danno all’immagine del marchio Abruzzo nel mondo. Non sarebbe solo il comparto turistico a perdere di credibilità ma più in generale tutto il mercato agroalimentare che ha posto la qualità e la genuinità dei prodotti (olio, vino, ecc) al centro degli investimenti commerciali e comunicazionali internazionali. La vocazione ad essere Regione Verde è assolutamente incompatibile con l’attività di estrazione di idrocarburi e con il posizionamento di una piattaforma a 6,5 km dalla costa, chiaramente visibile dai turisti che normalmente arrivano in quest’area attratti dalla natura incontaminata e dalla suggestione dei trabocchi. La sua provvisorietà non è un elemento di giustificazione poiché se le ricerche dessero esiti positivi si presume che la piattaforma diventerebbe permanente».
Albergatori, balneatori e ristoratori sono fortemente preoccupati dunque per «il danno all’immagine turistica e al marchio Abruzzo, ingiustificato a fronte del 4% di royalties che le compagnie petrolifere saranno tenute a versare alla regione. La richiesta relativa al pozzo Elsa 2 ci preoccupa ancor più» sottolinea Zunica «alla luce del proliferare delle richieste di concessioni sia in terraferma che in mare. In particolare desta preoccupazione l’avanzamento del progetto Ombrina Mare 2, sempre nell’area antistante la Costa dei Trabocchi, che in data 20 luglio ha ricevuto parere favorevole dal CIRM e invito a presentare la VIA al Ministero dell’Ambiente».
Assoturismo-Confesercenti ricorda al ministero che il turismo costituisce il perno dell’economia regionale, con circa 7 mila imprese, 35 mila addetti, un fatturato di 1,6 miliardi di euro e incide sul Pil per oltre l’8 per cento, il 15 se si calcola anche l’indotto. «Il suo valore attuale e potenziale» dice Assoturismo-Confesercenti «basta da solo a sconsigliare ogni avventatezza nelle scelte di sviluppo petrolifero della regione. Nel VI Rapporto Ecotur (2008) si legge che nel 2007 le presenze complessive del turismo-natura in Italia sono state 95.917.153, solo nelle aree protette, con un fatturato globale di quasi 10 miliardi (9.894 milioni) pari al 10% circa dell’intero fatturato turistico nazionale, in aumento del 12,7 % rispetto a quello dell’anno precedente. Una percentuale che negli ultimi anni è divenuta una costante. Tra le regioni più battute dal turismo-natura, al primo posto c’è l’Abruzzo, seguito dal Trentino Alto Adige, Sardegna, Calabria e Toscana. In questo quadro la costa teatina si inserisce come punta di diamante».



 

 
           
 
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notizia pubblicata il 9/22/2009

 
     
 
   

 

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