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ABRUZZO. IMPRESE, CONFESERCENTI A CHIODI: «SUBITO GLI INTERVENTI PER IL RILANCIO»

Pescara – «L’Abruzzo ha bisogno di uno scossone, e la priorità della nuova amministrazione regionale non può che essere un intervento massiccio di sostegno ai consumi ed al rilancio delle piccole e medie imprese: se crolla il tessuto delle Pmi, si mina alle fondamenta l’intera economia abruzzese». Lo afferma Enzo Giammarino, segretario regionale di Confesercenti. «Il 2008 si chiude senza spargimento di sangue solo per la flessibilità delle imprese abruzzesi e la professionalità degli imprenditori, che di fronte alla contrazione dei consumi hanno ristretto i margini di guadagno e attivato promozioni straordinarie su tutto il territorio regionale» dice Giammarino: «Non si può tuttavia pensare di gestire questa crisi straordinaria basandosi sulla sola buona volontà degli imprenditori. È necessario che la Regione torni ad essere un punto di riferimento credibile da un punto di vista delle scelte, dando vita al tavolo della corresponsabilità a partire dal sostegno dei consorzi fidi, in modo da consentire alle Pmi di respirare accedendo al credito bancario, e sbloccando le risorse dei fondi comunitari per disegnare un nuovo Abruzzo economico».
Il 2009, dice il segretario di Confesercenti, richiede di avviare subito azioni incisive in campo economico. Per la prima volta infatti la solidità e la redditività delle imprese segnano un indebolimento complessivo. Settore per settore, ci sono urgenze da affrontare in tempi rapidi.
«Il commercio» sottolinea Giammarino «sta soffrendo per la mancanza di programmazione del settore, colpito al cuore da decine di centri commerciali. Non ha aiutato neppure la decisione di far partire i saldi il 10 gennaio: certo non ci preoccupa l’attrattività commerciale di regioni come il Molise, ma già per i saldi di luglio dovremo tornare a riflettere: i saldi infatti in periodo di crisi si caratterizzano più per essere vendite straordinarie che non strumenti per vendere le merci a fine stagione. Non possiamo permetterci di vedere le strade dei centri urbani deserte: così si uccide l’economia di intere città e si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro a tutto vantaggio delle grandi catene».
«Per quanto riguarda il turismo, si registra un buon andamento delle feste di fine anno, ma una stagione non si regge economicamente con dieci giorni positivi. L’Azienda di Promozione Turistica va rapidamente riformata nella direzione del coinvolgimento delle imprese nella promozione e nel sostegno alla commercializzazione attraverso uno strumento snello pubblico-privato, e in questi giorni deve intervenire per sostenere la domanda interna e limitrofa in modo da sfruttare al massimo una stagione caratterizzata da neve abbondante».
Infine nell’artigianato «bisogna sedersi attorno ad un tavolo e avviare una discussione democratica sulla riforma del settore all’insegna dell’innovazione, della modernità e del credito agevolato».
«Al presidente Chiodi non chiediamo di chiudere la pagina industriale» dice Giammarino, «ma di prendere atto che l’Abruzzo può resistere alle crisi solo se ha alle spalle un tessuto diffuso di piccole e medie imprese che garantisca ai giovani un futuro da imprenditori con un’industria compatibile e rispettosa della vocazione della regione, e non da commessi precari nei centri commerciali o lavoratori in anacronistici petrolchimici senza futuro. Quindi va respinto il ricatto occupazionale dell’Eni così come degli altri potentati che si vanno riorganizzando in questi giorni e ai quali ci aspettiamo che il presidente Chiodi risponda con fermezza e coerenza negli interessi generali».



 

 
           
 
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notizia pubblicata il 1/8/2009

 
     
 
   

 

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